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Il nostro interesse per la Fuerza Aérea Boliviana (FAB) ci aveva spinto a chiedere le solite autorizzazioni che ci vennero concesse dopo diverso tempo. Nell’organizzare il viaggio nel paese andino non avevamo previsto di visitare l’Aviazione dell’Esercito boliviano, pensavamo che quella branca delle Forze Armate della Repubblica di Bolivia avesse in linea solo un paio di aerei ad ala fissa (F 27 e Beech C90); in sostanza valutammo che non valeva il noioso lavoro di burocrazia che naturalmente prevede una domanda per ogni arma.
Ma ci eravamo sbagliati, grazie ad informazioni di “intelligence” spotteristica ci era stato segnalato la presenza di nuovi elicotteri in fase di acquisizione. Infatti nel settembre del 2014 l’Aviacion del Ejército aveva ricevuto via nave dalla ditta cinese CATIC sei elicotteri H425/Z9 (nome in codice NATO “Haitun”), la versione su licenza dell’AS365N “Dauphin II”; l’Z9 mantiene il propulsore da 700Hp SAEC WZ-8A, ma ha un Fenestron a 11 lame invece che 13 in coda ed ha una fusoliera con più materiali compositi.
Spinti anche dalla voglia di vedere da vicino un elicottero prodotto in Cina, decidemmo di fare tutto sul posto e ci recammo direttamente all’ingresso dell’aeroporto di Cochabamba.
Fu una fortuna che incontrammo il Tenente Colonello Josè Luis Frias Cordero, a volte spuntano inaspettati angeli protettori degli spotters, che ci invitò in modo informale a visitare il primo “Grupo de Caballeria Aérea”, Gruppo di Volo intitolato ad un eroe dell’Ejercito Boliviano, il Generale Apostol Santiago.
Il personale reduce da un corso in Cina presso la ditta costruttrice, stava valutando sul campo gli elicotteri assemblati qui a Cochabamba ed era in attesa del simulatore di volo.
Il personale cinese della CATIC, presente in loco per dare assistenza tecnica invece, non essendo abituato a fotografi così invadenti, appariva ad un primo approccio diffidente e poco collaborativo.
Si parlava già di rischieramenti presso aeroporti come Chimorè e Puerto Suarez.
Questa sarebbe stata una presenza importante per lo stato boliviano perché oltre al compito istituzionale di trasporto truppe gli elicotteri franco-cinesi avrebbero fornito alle popolazioni locali di aree disagiate del paese, un efficiente supporto SAR (Search and Rescue) e MEDEVAC (MEDical EVACuation).
Notammo anche una singolare caratteristica da noi molto apprezzata; ogni velivolo era dedicato ad un eroe dell’Esercito boliviano. Così ad esempio l’esemplare codificato EB-103 mostrava in fusoliera a grandi caratteri il nome del Maggiore Arturo Valle Peralta, l’EB-105 del Capitano Luis Ernst Rivera, l’EB-104 del Capitano Leonidas Rojas Terrazas e gli altri due presenti, EB-101 ed EB-102, rispettivamente del Generale Jorge Jordàn Mercado e del Capitano Rafael Pabòn Cuevas.
Un'altra caratteristica dei nuovi elicotteri erano le code dipinte con colori brillanti che riproducevano la bandiera Wiphala, i sette colori indicavano nel linguaggio visivo dei nativi americani le varie componenti del paese e delle sue risorse con un effetto contro corrente all’ormai imperante bassa visibilità.
L’atmosfera era così festosa che anche i cinesi della ditta CATIC ne vennero alla fine contagiati, chiamarono le famiglie e dopo poco sul piazzale di volo comparvero donne e bambini asiatici, che evidentemente negli altri giorni non avevano potuto accedere nella base.
Il Tenente Colonello Cordero ci organizzò anche la visita alla sede storica dell’Aviazione dell’Esercito ad El Alto, sopra La Paz, che tenemmo per ultima per acclimatarsi ai suoi 4.000 metri (per l’esattezza 13.313 piedi), dove ovviamente trovammo l’ala fissa dell’Esercito, cioè il Beech C90 ed il Fokker F 27-200 della prima Compania de Aviaciòn.
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Foto di Elio Viroli, Stenio Bacciocchi e Dick Lohuis
Testo di Elio Viroli e Stenio Bacciocchi
Maggio 2015

 

English translation

Our interest in the Fuerza Aérea Boliviana (FAB) led us to ask for the usual permissions that were granted to us after some time. In organizing the trip to the Andean country we had not planned to visit the Bolivian Army Air Force, we thought that the branch of the Armed Forces of the Republic of Bolivia had only a couple of fixed wing planes on line (F 27 and Beech C90); Basically, we assessed that it was not worth the tedious bureaucracy which of course involves a demand for each Armed Force.
But we were wrong, thanks to information of "intelligence" spotters we had been reported the presence of new helicopters in phase of acquisition. In fact, in September 2014, the Aviacion del Ejército had received six H425/Z9 helicopters by ship from the Chinese company CATIC (code name NATO "Haitun"), the licensed version of the AS365N "Dauphin II"; Z9 retains the SAEC WZ-8A 700Hp engine, but has an 11-blade Fenestron instead of 13 in the tail and has a fuselage with multiple composite materials.
Driven by the desire to see a helicopter produced in China, we decided to do everything on the spot and went directly to the entrance of the airport of Cochabamba.
It was fortunate that we met Lieutenant Colonel Josè Luis Frias Cordero, sometimes unexpected angels appear to protect the spotters, who invited us informally to visit the first "Grupo de Caballeria Aérea", Flying Group named after a hero of the Bolivian Ejercito, General Apostol Santiago.
Personnel returning from a course in China at the construction company were in the field evaluating the helicopters assembled here in Cochabamba and were waiting for the flight simulator.
CATIC’s Chinese staff, who were present on site to provide technical assistance, instead, being not accustomed to such intrusive photographers, appeared at first to be distrustful and uncooperative.
There was already talk of deployed at airports such as Chimorè and Puerto Suarez.
This would have been an important presence for the Bolivian state because in addition to the institutional task of transporting troops the French-Chinese helicopters would have provided local populations of deprived areas of the country, an efficient support SAR (Search and Rescue) and MEDEVAC (Medical Evacuation).
We also noticed a singular characteristic that we greatly appreciated; Each aircraft was dedicated to a hero of the Bolivian Army. Thus, for example, the coded example EB-103 showed in large-type fuselage the name of Major Arturo Valle Peralta, EB-105 of Captain Luis Ernst Rivera, EB-104 of Captain Leonidas Rojas Terrazas and the other two present, EB-101 and EB-102 respectively by General Jorge Jordán Mercado and Captain Rafael Pabòn Cuevas.
Another feature of the new helicopters were the tails painted with bright colors that reproduced the Wiphala flag, the seven colors indicated in the visual language of the Native Americans the various components of the country and its resources with an effect against the current prevailing low visibility.
The atmosphere was so festive that even the Chinese of the company CATIC were eventually infected, called the families and after a while on the flight forecourt appeared Asian women and children, who evidently in the other days had not been able to access the base.
Lieutenant Colonel Cordero also arranged for us to visit the historic headquarters of the Army Air Force at El Alto, above La Paz, which we last kept to acclimate to its 4,000 meters (to be exact 13,313 feet), where we obviously found the fixed wing of the Army, that is the Beech C90 and the Fokker F 27-200 of the first Compania de Aviaciòn.

Images by Elio Viroli, Stenio Bacciocchi and Dick Lohuis
Text by Elio Viroli and Stenio Bacciocchi
May 2015