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Il seguente report fotografico riguarda un viaggio svolto nel 2009 tra Cile ed Ecuador, naturalmente il mix “aviazione” e “turismo” non poteva mancare. La parte aeronautica si è svolta principalmente negli aeroporti civili di Santiago (SCL) e Quito (UIO). Poco da dire per Santiago, il Comodoro Arturo Merino Benitez International, unico aeroporto della città, moderno ed efficiente, è servito principalmente dalla LAN, la compagnia di bandiera che effettua sia voli internazionali che intercontinentali, mentre il traffico nazionale è gestito principalmente da Sky Airlines e PAL. Le principali compagnie europee, statunitensi e sudamericane sono presenti sullo scalo che nel 2010 ha totalizzato circa 11 milioni di passeggeri piazzandosi al 9° posto tra gli scali sudamericani; una mole di traffico quindi abbastanza limitata in rapporto alle dimensioni della città. Caso vuole che proprio nei giorni della nostra permanenza, ed a nostra insaputa, ci fosse in programma un open day sulla base militare della FACH (Fuerza Aérea de Chile) situata nella parte nord del sedime aeroportuale, con una nutrita mostra statica con diversi velivoli cileni, alcuni dei quali si sono esibiti in volo. Unica Forza Aerea straniera presente l’Armée de L’Air con la Patrouille de France, un C 130H-30 ed un Transall di supporto. Più interessante il Cile dal punto di vista turistico: sicuramente molto bella la città di Santiago, molto estesa e paragonabile per certi versi a Buenos Aires, e soprattutto affascinante Valparaiso, località dichiarata patrimonio dell’Unesco, affacciata sul Pacifico un centinaio di chilometri ad ovest della capitale, famosa per le sue case colorate che si arrampicano sulle colline circostanti, per i suoi ascensori e per i graffiti che riempiono i muri di alcuni quartieri. Il resto della visita cilena si è successivamente concentrato nella parte settentrionale del paese; con un volo della compagnia Sky ci siamo trasferiti da Santiago ad Antofagasta (ANF), effettuando un breve scalo a Copiapo, piccolo paese in pieno deserto balzato successivamente agli onori della cronaca per la nota vicenda del minatori rimasti intrappolati per settimane a centinaia di metri di profondità. Antofagasta è molto anonima, ma è stata utilizzata come base di partenza per raggiungere San Pedro de Atacama, un piccolo centro molto particolare situato nel mezzo dell’omonimo deserto, conservato un pò troppo forzatamente con caratteristiche tipiche come le casette di adobe e le strade di terra battuta… forse un pò troppo su misura per i turisti. Poco male perchè San Pedro è logisticamente ottimo per intraprendere varie escursioni nel deserto; da qui si possono visitare i vari laghi salati popolati da fenicotteri, si possono raggiungere anche in auto quote notevoli, lungo i vari passi montani che portano in Bolivia attraversando le Ande, ammirando paesaggi mozzafiato, punteggiati dai branchi di Guanachi, fino a raggiungere le quote estreme del geyser del Tatio (più di 4.000 m.) dove è possibile pure fare il bagno! Purtroppo la strada per arrivarci è molto sconnessa ed ha messo a dura prova la piccola Yaris presa a noleggio. Più a portata di mano è la Valle della Luna, molto bella, a pochi chilometri da San Pedro, consigliamo di visitarla al tramonto. La parte finale del tour nel nord del Cile è stata la città di Iquique anch’essa affacciata sul Pacifico, geograficamente a nord di Antofagasta e sicuramente più interessante, lungo il mare sono presenti numerose strutture alberghiere ed una lunga ed ampia spiaggia frequentata da surfisti anche in bassa stagione. Alle spalle del centro abitato sorge un’enorme duna di sabbia appoggiata alla montagna che viene utilizzata spesso per uno snowboard…alternativo. Gli ultimi cinque giorni del viaggio li abbiamo trascorsi in Ecuador, lo scopo principale è stato quello di visitare l’aeroporto Mariscal Sucre di Quito (UIO), uno scalo sicuramente unico a causa delle sue caratteristiche. Molto particolare l’avvicinamento: dopo una discesa con un rateo molto accentuato occorrono diverse virate abbastanza strette tra le montagne per allinearsi sulla pista (35-17), che si trova in mezzo alla città. Quito è posta al centro di una stretta vallata ad un altitudine di 2800 metri. Il terminal è piccolo ed affollato e la recinzione dell’aeroporto è per buona parte costituita dai muri delle abitazioni, che si trovano a poche decine di metri dalla pista; la cosa incredibile è che qui atterrano pure i wide-bodies, che debbono sfruttare al massimo il 3000 metri disponibili che a causa dell’altitudine sono pochini. Questo fattore penalizzante ha determinato di recente anche qualche incidente, come per esempio un Airbus 340-600 dell’Iberia finito lungo in atterraggio, ed un Fokker 28 della Icaro finito contro un muro dopo un decollo abortito… fortunatamente entrambi senza feriti ma con gli aeromobili distrutti. Forse anche a causa di questi eventi si è deciso di costruire un nuovo aeroporto, questa volta isolato dalla città, su un altopiano a 2.400 metri di quota (400 meno dell’attuale) con spazio per una pista di 4.100 metri; al momento della nostra visita il lavori erano molto arretrati nonostante l’apertura fosse programmata per il 2010. Si prevede ora l’operatività per il 2012, dopodichè il Mariscal Sucre verrà chiuso ed inglobato nel tessuto urbano. Per quanto riguarda l’Ecuador turistico possiamo dire che non abbiamo avuto il tempo di vedere molto; Quito è una città abbastanza sovraffollata ed ampiamente urbanizzata, interessante solo nella sua parte vecchia che si trova a nord. Nei cinque giorni a disposizione siamo riusciti a fare una piccola escursione alla Nariz del Diablo, una ferrovia in condizioni spaventose che scende a zig zag da un ripido pendio, a causa della mancanza di spazio per ricavare i tornanti, sono stati creati dei punti di scambio dove il treno cambia senso di marcia scendendo in retromarcia, ovviamente a strapiombo sul burrone. Il treno in realtà viene utilizzato solo in alcune occasioni, noi abbiamo avuto modo invece di provare “l’autoferro”, ovvero un autobus adattato a viaggiare sulle rotaie… comunque un’esperienza interessante. L’ultimo giorno l’abbiamo dedicato ad Otavalo, piccolo borgo non lontano da Quito, famoso per il suo coloratissimo mercato, il più frequentato dell’Ecuador. |
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Foto e testo di Massimiliano Terzaghi e Dario Cocco Settembre 2009 |
English translation
The following report covers a photographic journey which took place in 2009 between Chile and Ecuador, of course the mix of "Aviation" and "Tourism" could not be missing. The aviation part took place mainly at the civil airports of Santiago (SCL) and Quito (UIO). Little to say about Santiago, the Comodoro Arturo Merino Benitez International Airport is the only one serving the city, modern and efficient, is primarily used by LAN, the national airline, which undertakes both international and intercontinental flights, while domestic traffic is mainly handled by Sky Airlines and PAL. The major European, North and South American companies operates from this airport which in 2010 totaled about 11 million passengers reaching the 9th place among the South American airports, an amount of traffic therefore quite limited in relation to the size of the city. It happened that in the days of our stay, and unknown to us an "open day" was organized on the FACH military base which occupies the north part of the airport, with a large static display with several Chilean aircraft, some of which performed in flight. The only foreign Air Force present was the “Armee de l'Air” with the Patrouille de France, a C130 and a Transall as support. More interesting was Chile from the touristic point of view: for sure especially pleasing was the city of Santiago, very large and comparable in some ways to Buenos Aires, but outstandingly fascinating was Valparaiso, declared a UNESCO heritage town, overlooking the Pacific Ocean about a hundred kilometers to the west of the capital, famous for its colorful houses that dot the surrounding hills, its elevators and the graffiti that fill the walls of some neighborhoods. The remainder of the visit to Chile was then concentrated in the northern part of the country, with a flight of Sky company we flew from Santiago to Antofagasta (ANF), making a brief stopover in Copiapo, a small town in the desert that made headlines for the miners trapped for weeks hundreds of feet deep. Antofagasta is very anonymous, but was used by ourselves as a starting point to reach San Pedro de Atacama, a very special small town located in the middle of the homonymous desert, maintained a bit too forcefully with typical features like adobe houses and streets of clay ... maybe a little too much tailored for tourists. Not a problem anyway because San Pedro is logistically perfect for undertaking excursions in the desert, from here you can visit the many salt lakes populated by flamingos; by car considerable heights can be reached along the various mountain passes that cut across the Andes to Bolivia, admiring breathtaking scenery, dotted with herds of guanacos, until you reach the extreme elevation of Tatio Geysers (more than 4000 meters) where you can even take a swim! Regrettably, the road is very bumpy and has put a pressure on our small Yaris rental car. More at hand is the Valley of the Moon, very nice, a few kilometers from San Pedro where we recommend a visit at sunset. The final part of the tour in northern Chile was the visit of the city of Iquique also overlooking the Pacific, geographically north of Antofagasta and certainly more interesting of the latter: along the ocean there are several hotels and a long, wide beach frequented by surfers also in low season. Behind the town stands a huge sand dune leaning against the mountain that is often used for an alternative... snowboarding. The last five days of the trip were spent in Ecuador, the main purpose was to visit Quito’s Mariscal Sucre Airport (UIO), an airfield certainly unique because of its features. Very particular is the approach pattern: after a descent at a very impressive rate several narrow turns very close to mountain sides are required to align with the single runway (35-17), which is situated in the middle of the city. Quito is laid at the center of a narrow valley at an altitude of 2800 meters. The terminal is small and crowded and the fencing of the airport is largely formed by the walls of the surrounding houses, which are only a few dozens of meters from the runway; the astounding thing is that here land wide-bodies, which have to negotiate the 3000 meters of available runway length which seem far less due to the altitude. This punitive factor resulted in some recent accidents, such as an Iberia Airbus 340-600 which overrun on landing, and a Fokker 28 of Icaro which ended up against a wall after an aborted takeoff ... fortunately no casualities but both aircraft were damaged beyond repair. Perhaps because of these events it was decided to build a new airport, this time secluded from the city, on a plateau at 2400 meters (400 less than the current) with space for a runway of 4100 meters; at the time of our visit the work was far behind completion despite the opening was planned for 2010. It is now expected to start operations in 2012, after which the Mariscal Sucre will be closed and incorporated within the urban fabric. Aboutr tourism in Ecuador, we can say that we have not had enough time to see much; Quito is any overcrowded and quite extensively urbanized city, interesting only in its old part, which is located to the north. In the five days we spent there we managed to make a small excursion to the “Nariz del Diablo” (Devils Nose), a railway in frightful conditions that zigzag down a steep slope; due to lack of space to get the bends, exchange points were set up where the train changes direction going down in reverse, of course, overlooking the ravine. A real train is actually being used only on some rare occasions, we had instead the opportunity of sampling the "autoferro", a bus adapted to travel on the tracks... an interesting experience indeed. Our last day was devoted to Otavalo, a small village not far from Quito famous for its colorful market, the most popular in Ecuador.
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Images and text by Massimiliano Terzaghi e Dario Cocco September 2009 |
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