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Per un appassionato di aeronautica, è obbligatoria una visita al nuovo Museo della Republic of Singapore Air Force (RSAF), presso la Base Aerea di Paya Lebar durante un sia pur breve soggiorno a Singapore. In un paio di ore (un pò di più per un visitatore non frettoloso) avrà l’occasione di acquisire tutte le informazioni storiche di questa forza aerea che ha raggiunto, in tempi molto brevi, uno standard qualitativo altissimo. Fondato nel 1988 nell’ambito della base aerea di Changi (da pronunziare “Cianghi”), adiacente al modernissimo ed omonimo aeroporto internazionale, si è trasferito, di recente, alla nuova e definitiva sede per meglio rispondere alle esigenze della RSAF di conservare degnamente le radici storiche e trasmettere ai giovani la passione del volo . Dal centro della città, con un bus della linea 90 o 94, o con un taxi (molto economici), saremo in una ventina di minuti al Museo, che ci accoglie con un moderno fabbricato ed un ampio piazzale di parcheggio dove cominciamo ad avere un “assaggio” di quello che troveremo all’interno. In sintesi , l’obiettivo del Museo può essere racchiuso in tre parole: ”Uomini-Macchine-Metodi”. Su varie strutture portanti, ottimamente conservati, troviamo alcuni velivoli ed elicotteri tra i quali non possiamo non riconoscere due velivoli di costruzione italiana, un Siai SF 260 ed un Siai S 211, che hanno avuto, in un recente passato, il compito di formare i giovani piloti. Dopo aver fotografato i velivoli all’esterno entriamo nell’ampia sala della galleria inferiore dove ci accolgono Skyhawk, Strikemaster, Hunter, T 33 e, sospeso alla volta, insieme a velivoli UAV (Unmanned Aerial Vehicle), l’unico esemplare di un Cessna T 41 che, lasciato dagli Inglesi, è servito ad introdurre al volo un bel pò di cadetti. In bella mostra anche motori, missili terra-aria (un BloodHound), sezioni di velivoli, cruscotti e abitacoli accessibili al pubblico. L’impressione che si riceve è la rapidità di evoluzione di questa giovane Forza Aerea: consuma velivoli come se fossero tramezzini, per dotarsi di nuovi velivoli, scegliendoli tra il meglio disponibile, quest’anno riceveranno anche i primi M 346 Master…, per non parlare dei sofisticatissimi UAV israeliani, che hanno priorità assoluta, poiché il Controllo del Territorio è una esigenza importantissima di questa Forza Aerea. Un breve corridoio, con alle pareti tutti i “crest”, delle unità del presente e del passato della RSAF, e che ci mostra anche l’evoluzione dell’insegna nazionale, ci introduce alle varie gallerie poste ai livelli superiori, dove potremo avere un interessante panorama sia sulla storia dell’Aviazione a partire dei primi del 1900 e, specialmente, una ampia documentazione del ruolo che hanno avuto gli inglesi, a cui era affidata la difesa di Singapore essendo al tempo una loro colonia. Nel 1965 gli inglesi lasciano in tempi brevissimi Singapore, obbligando la città-stato a sviluppare in tempi brevissimi un proprio sistema di difesa, prima come SADC (Singapore Air Defence Command), poi trasformato nell’attuale RSAF (Republic of Singapore Air Force), acquisendo la piena capacità del Controllo del Traffico Aereo, della Difesa Contraerea e dell’addestramento del personale di volo e tecnico. Altre sale ci mostrano l’evoluzione dei mezzi e delle basi, fino ad arrivare alla storia recente, quasi cronaca. L’evoluzione del Museo è molto rapida… tanto…che ho la certezza, la prossima volta, di trovarvi gli F 5 Tiger II (ormai pochissimi rimangono in servizio), oppure gli F 16 o gli F15….. sostituiti nella linea di volo dal JSF (F 35)! In conclusione, lasciando alle immagini il compito di parlare da sole, segnalo l’unico neo del Museo: il negozio all’interno della struttura, dove ci saremmo aspettati l’oggettistica tipica di un museo aeronautico, è completamente sprovvisto di tale materiale o qualsiasi pubblicazione, un vero peccato. Il Museo, (400 Airport Road) è aperto, con libero accesso, dalle 8.30 alle 17 di ogni giorno, tranne il lunedì e i giorni di festività nazionale. |
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Foto e testo di Carlo Armando Gaetano Tripodi Febbraio 2012
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English translation
For an aviation enthusiast, it is mandatory to visit the new Museum of the Republic of Singapore Air Force (RSAF), at the Paya Lebar Air Base during a short stay in Singapore. In a couple of hours (a bit more for a visitor not hurried) will have the opportunity to acquire all the historical information of this Air Force that has reached, in a very short time, a very high quality standard. Founded in 1988 within the air base of Changi (to be pronounced "Cianghi"), adjacent to the modern and homonymous international airport, has moved, recently, to the new and definitive location to better meet the needs of RSAF to properly preserve the historical roots and transmit to young people the passion of flight . From the city center, with a bus line 90 or 94, or with a taxi (very cheap), we will be in about twenty minutes at the Museum, which welcomes us with a modern building and a large parking lot where we begin to have a "taste" of what we will find inside. In summary, the Museum’s goal can be enclosed in three words: "Men-Machines-Methods". On various supporting structures, excellently preserved, we find some aircraft and helicopters among which we cannot but recognize two Italian built aircraft, a Siai SF 260 and a Siai S 211, which have had, in the recent past, the task of training young pilots. After photographing the aircraft outside we enter the large room of the lower gallery where we welcome Skyhawk, Strikemaster, Hunter, T 33 and, suspended at a time, together with UAV aircraft (Unmanned Aerial Vehicle), the only example of a Cessna T 41 that, left by the British, it served to introduce on the fly quite a few cadets. Also on display are engines, ground-to-air missiles (a Bloodhound), sections of aircraft, dashboards and cockpits accessible to the public. The impression you get is the speed of evolution of this young Air Force: it consumes aircraft as if they were sandwiches, to get new aircraft, choosing them from the best available, this year will also receive the first M 346 Master... , not to mention the very sophisticated Israeli UAVs, which have absolute priority, because land control is a very important requirement of this Air Force. A short corridor, with on the walls all the "crests", of the units of the present and of the past of the RSAF, and that shows us also the evolution of the national sign, introduces us to the various galleries placed on the upper levels, where we can have an interesting panorama of both the history of aviation from the early 1900s and, especially, an extensive documentation of the role that the British had, which was entrusted with the defense of Singapore being at the time their colony. In 1965 the British left Singapore in a very short time, forcing the city-state to develop in a very short time its own defense system, first as SADC (Singapore Air Defence Command), then transformed into the current RSAF (Republic of Singapore Air Force), acquiring the full capability of Air Traffic Control, Air Defense and flight and technical personnel training. Other rooms show us the evolution of means and bases, up to the recent history, almost chronicle. The evolution of the Museum is very rapid... so... I have the certainty, the next time, to find the F 5 Tiger II (now very few remain in service), or the F 16 or the F15..... replaced in the flight line by the JSF (F 35)! In conclusion, leaving to the images the task of speaking for themselves, I point out the only drawback of the Museum: the shop inside the structure, where we would have expected the typical objects of an aeronautical museum, is completely devoid of such material or any publication, a real shame. The Museum, (400 Airport Road) is open, with free access, from 8.30 to 17 every day, except on Mondays and national holidays. |
Images and text by Carlo Armando Gaetano Tripodi February 2012 |
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